Da un’indagine i nuovi ruoli del Giornalismo

giornalismoAbbiamo letto su NiemanLab di Ken Doctor una particolare ricerca che ha visto protagonisti i direttori di tre testate digitali che hanno spiegato come nelle proprie startup siano nati ruoli inediti per l’editoria tradizionale come il coach dei contenuti, il responsabile dei contenuti social e il direttore del coinvolgimento con i lettori.

Nella redazione di Rob Wijnberg, direttore di De Correspondent, i redattori si sono scelti la nomenclatura più adatta alle proprie funzioni: “ho lasciato che ogni giornalista scegliesse la qualifica che si adattava meglio alla sua personalità e professionalistà giornalistica. Ad esempio abbiamo un Corrispondente del Progresso che scrive sul modo con cui il mondo migliora ogni giorno; un corrispondente per la Privacy, un Corrispondente dedicato alle “Persone Speciali”. Inoltre in questa redazione il termine “Editor-in-chief” (redattore capo) viene applicato a tutti i redattori, perché ciascuno è redattore capo del proprio argomento scrivendo per il proprio pubblico, che è una cosa molto diversa”.

Nella testata Quartz le qualifiche dei giornalisti risentono riportano i propri interessi, o meglio come vengono descritte nell’articolo orginale le proprie “ossessioni’’. Nel Quartz c’è un’area poi gestita da Zach Seward che, da direttore creativo, coordina lo sviluppo del sito in termini di interattività e data journalism. La scelta dei collaboratori è stata operata capendo solo in un secondo momento le specifiche di ogni firma del giornale, evitando di definire a priori i ruoli.

Robert Rosenthal nel progetto Center for InvestigativeReporting afferma che è stato creato un cosiddetto direttore della diffusione che guida gli specialisti dell’engagement. La testata non solo diffonde sui vari social uncontenuto, ma si impegna a raggiungere sempre nuove fette di pubblico.
Un altro ruolo della testata è il creatore di contenuti digitali che con una visione d’insieme cercan assicurarsi che essi sono in grado di operare bene e che tutti in redazione capiscano quello che fanno e il loro valore per la testata. E, naturalmente, assicurarsi che abbiano le competenze per fare quel lavoro.

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