300 testate rischiano la chiusura. Per salvarle una petizione

giornalistaSono circa 300 le testate giornalistiche che rischiano di chiudere per sempre, portando via con se’ 3000 posti di lavoro tra giornalisti, poligrafici e addetti vari.

Oltre ad una perdita considerevole per il mondo dell’informazione, c’è da considerare il fatto che spesso togliere il lavoro ad una persona equivale a togliere l’unica fonte di sostentamento di una famiglia intera.

Inoltre la chiusura di una testata, crea problemi all’indotto (a tutte quelle attività economiche collegate all’esistenza di un giornale), attiva le spese statali relative agli ammortizzatori sociali e, a causa di una maggiore disoccupazione, diminuiscono le entrate dello Stato in termini di tasse.

Per dare più spazio a questo problema è nato il sito http://www.menogiornalimenoliberi.it/ con relativa petizione e l’hashtag #menogiornalimenoliberi.

La petizione ha l’obiettivo di chiedere al Governo “misure urgenti, tese a salvaguardare le testate di cooperative e associazioni, tutte no profit, che sono a rischio di chiusura a causa dei tagli immotivati del contributo diretto all’editoria” e “l’avvio immediato di un Tavolo di confronto sull’indispensabile riforma dell’intero sistema dell’informazione”.

La campagna Meno Giornali Meno Liberi è sostenuta da: Alleanza delle Cooperative Italiane Comunicazione, Mediacoop, Federazione Italiana Liberi Editori, Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Federazione Nazionale Stampa Italiana, Articolo 21, Sindacato Lavoratori della Comunicazione CGIL, Associazione Nazionale della stampa Online, Unione Stampa Periodica Italiana.

Per firmare la petizione online visitate questo link:
https://www.change.org/p/meno-giornali-meno-liberi-petizione-per-il-governo-e-il-parlamento-italiani

mediaCommenti