Il Libro della Giungla – dal 14 aprile al cinema – Recensione

librogiungla0Pronti a tornare bambini? Il 14 aprile esce la versione live-action del classico Disney tratto dal romanzo di Rudyard Kipling, il Libro della Giungla, diretto da Jon Favreau.

Da qualche anno la Disney ci ha abituati ad una serie di remake o rivisitazioni live-action di storie note e di certo non poteva mancare quello del 19esimo classico, che vede un risultato indubbiamente tra i più stupefacenti.

La storia la conosciamo tutti e non sono state fatte grandi variazioni sulla trama quindi tranquilli, non mancheranno Baloo e tutti i personaggi che avete amato e sì, vi ritroverete ancora una volta a canticchiare “ti bastan poche briciole, lo stretto indispensabile e i tuoi malanni puoi dimenticar…”; Favreau è stato abile nell’unire la storica narrazione di Kipling con la più spensierata versione disneyana di quasi cinquant’anni fa, alternando momenti cupi e minacciosi ad altri più divertenti e allegri, portando sul grande schermo una delle più belle versioni di sempre.

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Quello che colpisce soprattutto in questo lungometraggio, però, sono l’animazione fotorealistica degli animali che interagiscono con il piccolo Mowgli (Neel Sethi) e la stessa giungla in cui si trovano, realizzate impeccabilmente e rese ancora più reali da un 3D immersivo che viene usato sapientemente come in pochi altri casi prima d’ora.

Da non perdere quindi la storia di Mowgli, cucciolo d’uomo trovato in una caverna dalla pantera Bagheera e cresciuto da una famiglia di lupi, costretto ad abbandonare la giungla quando la tigre Shere Khan che anni prima aveva ucciso suo padre ed era rimasta sfregiata dal “fiore rosso” dell’uomo, promette di uccidere il piccolo per sventare la minaccia che potrebbe diventare crescendo. Mowgli è così costretto ad un viaggio per ritornare dai suoi simili, viaggio pieno di incontri e di minacce.

Sebbene non sia una grande novità, quindi, questa versione del Libro della Giungla è da vedere per apprezzare i progressi tecnologici in ambito cinematografico, per far conoscere ai più piccoli una storia che magari non hanno ancora avuto modo di vedere o, perché no, per ritornare piccoli sognatori almeno per qualche ora.

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Convincono anche i doppiaggi italiani che vedono protagonisti grandi artisti come Neri Marcorè che dà voce a Baloo, Toni Servillo nei panni di Bagheera, Giancarlo Magalli che si è trasformato in un imponente King Louie (Re Luigi) e le bravissime Violante Placido e Giovanna Mezzogiorno che prestano le loro voci rispettivamente alla lupa che adotta Mowgli, Raksha, e all’ipnotico serpente Kaa.

 

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