Dal 21 aprile al cinema “Le confessioni” – Recensione e reportage

confessioni_00Uscirà il 21 aprile, Le confessioni, film di Roberto Andò che vede un cast corale internazionale di tutto rispetto capitanato dal nostro Toni Servillo.

In un lussuoso hotel in Germania sta per riunirsi un G8 dei ministri dell’economia volto ad approvare una manovra fondamentale per le sorti di alcuni paesi; con loro anche il direttore del Fondo Monetario Internazionale Daniel Roché (Daniel Auteuil) che di fatto sembra detenere il potere all’interno dell’assemblea, una celebre scrittrice di libri per bambini (Claire Seth interpretata da Connie Nielsen), un musicista e un monaco italiano, Roberto Salus (Toni Servillo). Un evento tragico e inaspettato, però, interrompe l’assemblea e sconvolge i ministri che temono che il monaco, a causa della confessione di Daniel Roché, sia venuto a conoscenza della manovra segreta e tutt’altro che lecita che intendevano approvare; questi cercano quindi in tutti i modi di spezzare il suo silenzio. Salus, però, resterà custode inamovibile del segreto della confessione, mentre tra i politici iniziano ad insinuarsi dubbi che li fanno vacillare. Tra gli esponenti delle economie dei paesi del G8 anche Pierfrancesco Favino in rappresentanza dell’Italia e Marie-Josee Croze per il Canada.

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Con Le confessioni, dopo Viva la libertà, Andò torna a narrare la politica e tenta di portarci all’interno di un mondo segreto e per certi versi affascinante come quello del dietro le quinte delle decisioni che influenzano le dinamiche mondiali, tema molto importante ed attuale in momenti di crisi come quello che stiamo vivendo. Il problema principale del film, però, è si basa sulla narrazione di un mistero piuttosto inconsistente. Interessante, invece, è il piano etico che, insieme a quello estetico – molto preponderante e di rimando a certe ultime immagini sorrentiniane – “sono gli ingredienti per dare un tono diverso alla politica in modo da non rendere il film una predica.” come ha affermato i regista che ha poi aggiunto:

Mi piace che il cinema sia un ponte tra immaginazione e realtà; la politica non è un tema esclusivo per me, vorrei raccontare di altro in futuro, ma penso sia importante parlarne e interrogare la politica con gli strumenti umani del dubbio.”

 

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Ed è così che il personaggio di Servillo, monaco non convenzionale, quasi come un giocatore scommette contro
i politici che giocano con le sorti del mondo e riesce a rendere più forti le loro titubanze, aiutato in ciò dalla figura della scrittrice Claire Seth.

“E’ un personaggio che insieme al monaco ci guida, rappresenta l’occhio dello spettatore all’interno del film ma ciò che colpisce di lei è l’alone di mistero che l’accompagna fin dall’inizio, quando non si capisce perché sia stata invitata a quell’incontro” ha detto Andò in conferenza stampa.

confessioni_02Per quanto riguarda Favino e Servillo, è stato chiesto loro un commento sul film e sui propri personaggi.

“Non mi sono ispirato a nessun ministro dell’economia che c’è stato nel nostro paese, non ero interessato a fare un’imitazione. Questo film è importante perché il sacro appartiene a tutti noi, anche ai non credenti, fa parte della nostra cultura anche se in questo caso più che di religione si tratta di moralità. Il mio personaggio ha un dubbio di fronte a cui si apre ma non si redime fino in fondo” ha detto il primo.

Mentre le parole di Servillo sono state:

“Fin dalla prima lettura della sceneggiatura il mio personaggio mi è sembrato singolare per diverse ragioni: è un uomo di fede ma che nel corso del film si mostra come una persona credibile, oppone a un mondo di dichiarazioni ufficiali – nel quale si trova improvvisamente perché vi è chiamato – una dignitosa renitenza, quindi non dirà mai ciò che non pensa. Quando si viene chiamati a fare un eroe positivo credo che sia eccitante l’idea di mettere il pubblico in una posizione un po’ più scomoda perché quando si interpreta un eroe negativo il pubblico comodamente si dissocia da tale figura, quando invece si interpreta un personaggio positivo c’è un po’ più di responsabilità nel paragonarsi perché ci si domanda “E io in quelle circostanze come agirei?” e questo mi sembrava interessante e mi sono lasciato orientare nel mio lavoro da questi pensieri. Poi nel film vi è tutto un meccanismo avvincente di entrare in luoghi in cui non si entra mai, quindi spero che il pubblico goda della possibilità che Salus offre di entrare in luoghi segreti.”

Sebbene il thriller non si possa definire totalmente tale, Andò porta sullo schermo uno spaccato di attualità e fa riflettere sia sul ruolo dei politici che di tutti noi, con i nostri scheletri, le nostre debolezze e i nostri dubbi.

 

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