I voice talent italiani de #IlLibroDellaGiungla – L’incontro Stampa

giungla_00L’Hotel Bernini Bristol ha ospitato l’incontro stampa con le voci italiane che hanno animato il film, uscito il 14 aprile scorso, Il libro della giungla: Toni Servillo nelle vesti di Bagheera, Violante Placido come mamma lupa Raksha, Neri Marcorè come Baloo, Giovanna Mezzogiorno che ha prestato la sua voce a Kaa e, infine, Giancarlo Magalli nel ruolo di King Louie.

Come è stato sottolineato durante l’incontro, il loro compito di doppiaggio è stato particolarmente difficile: non tanto per le poche esperienze nel settore, ma sopratutto perché si trattava di adattare la propria voce ad immagini animate costruite sul parlato originale americano (che pure vanta nomi prestigiosissimi, fra cui Giancarlo Esposito e Scarlett Johansson). Il regista Favreau e il produttore Taylor hanno voluto lavorare moltissimo proprio sull’interpretazione degli attori, addirittura adattando l’aspetto dei rispettivi animali alle loro fattezze ed espressioni, per quanto possibile.

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Un ruolo di primo piano nel film è affidato, però certamente all’ambientazione, suggestiva ma estremamente realistica, grazie all’uso delle tecnologie più avanzate, per garantire una esperienza avventurosa ed immersiva che ha lasciato entusiasmati gli stessi doppiatori nostrani, la cui generazione era cresciuta con l’originale Disney del cartone, datato 1967 e basato sul racconto di Rudyard Kipling.

L’incontro si è aperto con una domanda rivolta a tutti i voice talent, che sono stati invitati a raccontare in breve il loro rapporto con Disney: tutti in effetti hanno enfatizzato il fatto che si tratta di una storia lunghissima, che li ha visti protagonisti da due prospettive diverse, prima da bambini e poi da genitori. E se, da bambini, venivano catturati dalle storie mitiche e dalla produzione di sogni che ha sempre caratterizzato Disney, da genitori hanno dovuto constatare che i loro figli sono cambiati, sono una generazione dove il “messaggio” non basta più, ma conta moltissimo l’animazione, portata avanti, appunto, con strumenti e tecnologie sempre più sofisticati.

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Invitati a parlare dei personaggi cui hanno dato voce, lo fanno con una sfumatura di affetto; il lavoro dietro al risultato che possiamo apprezzare al cinema è stato duro, ha richiesto una guida costante da parte dei tecnici addetti al doppiaggio, ma anche un profondo lavoro interiore, per riuscire ad annullarsi come attori ed assumere le fattezza di qualcun altro, un animale peraltro, con la sola voce, senza potersi appigliare alla gestualità o alla corporeità, cosa di cui, ad esempio, afferma di aver sofferto particolarmente la bellissima Giovanna Mezzogiorno, di fatto alla sua prima esperienza di doppiaggio. Così, Toni Servillo descrive la sua pantera Baghera un po’ come la guida spirituale, cui è affidata, in qualche modo, la funzione formativa del film; Giovanna Mezzogiorno sottolinea la complessità del suo personaggio, il serpente Kaa, “onesta nella sua seduttività”; Neri Marcorè canzona un po’ il suo Baloo, descrivendolo come un personaggio “un po’ cialtrone”, ma della cui bontà non si può mai dubitare; Violante Placido ci invita ad imparare dai lupi, che mostrano una forte lealtà e sono guidati da una vera e propria etica di gruppo; Giancarlo Magalli scherza sulle fattezze del suo personaggio, uno scimmione, e ci fa riflettere sullo spessore dei personaggi che caratterizzano questa versione de il libro della giungla, molto più complessi e più maturi rispetto al cartone originale.

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I voice talent ci hanno promesso “un’avventura che sembra vera”, un film che, come nella tradizione Disney, è più per adulti che per bambini, dove al di là della semplificazione buoni VS cattivi, vi è tutta una serie di messaggi di fondo che meritano sempre di essere riscoperti… e se pensate di aver già visto tutto, in realtà i personaggi sottolineano che la storia e addirittura il finale sono diversi dall’originale.

Dal 14 aprile, dunque, possiamo catapultarci nel mitico, ma sempre nuovo, Mondo della giungla.

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