Zeta: giovani rapper tra sogno e realtà – Recensione

zeta_00Giovedì 28 aprile esce nelle sale Zeta, un film di Cosimo Alemà, regista già di altri due film nostrani e noto per molti videoclip musicali.
Il cuore di questa pellicola nasce proprio dalla passione per la musica che, come ha confermato il regista durante la conferenza stampa seguita alla proiezione in anteprima del film a Roma, ha dato il via all’idea di narrare in un film l’amore nelle sue diverse forme: per la musica, fra ragazzi o come amicizia.
Alemà ha più volte ribadito, infatti, che si tratta di un film d’amore ma che, parallelamente, i suoi punti di forza stanno nei momenti musicali, che accompagnano ed enfatizzano le scene salienti della trama; in effetti il disco che raccoglie tutte le tracce presenti nel film uscirà venerdì 22 aprile.

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Per comprendere l’importanza della musica nel film, dobbiamo dire qualcosa sulla trama: il film vuole rappresentare la cultura, prettamente giovanile, del rap, cercando di parlare non solo agli Italiani, ma ai giovani di tutto il mondo, dal momento che si tratta di un fenomeno internazionale: non è casuale, a tal proposito, la scelta di girare il film a Roma ma di non mostrarne mai i simboli, scegliendo invece luoghi di periferia che possano far passare il messaggio che quelle cose, quelle storie, sono di tutte le periferie delle grandi città, italiane e non. Quali sono tali storie? Beh, sono le storie di ragazzi che affrontano ambienti e situazioni sociali difficili, che sembrano ostacoli insormontabili, e da cui il rap offre una via di fuga; il rap come anche, purtroppo, la droga. Eppure, su questo sfondo cupo emerge la purezza dell’amicizia di due ragazzi, Alex e Marco, amici d’infanzia e portatori di un sogno: fare musica, insieme, col supporto costante di Gaia, figura emblematica che diventerà un fattore destabilizzante, almeno fino al raggiungimento dell’equilibrio finale.

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Nel corso del film vediamo i tre personaggi alle prese con dei percorsi paralleli di crescita che si intersecano, per poi disfarsi, per poi riunirsi ancora, in molteplici forme che vanno dal ricordo, al senso di colpa, alla passione, all’amore, ancora una volta; e a fare da ostacolo non sarà sempre la società, ma saranno anche la superficialità, la debolezza, la poca umiltà. Quindi, il messaggio di questo film non è (solo), banalmente, “lotta per i tuoi sogni, e alla fine si avvereranno”: è una messa in guardia dalle cattive compagnie, dai facili errori di gioventù, dal sentimento di rancore verso la famiglia e le opportunità che a volte ci sembrano negate.

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Questo, almeno, per quanto riguarda la trama “narrativa”, per così dire; se guardiamo per un attimo alla grande protagonista del film, che è la cultura rap costantemente in bilico fra i bisogni di chi la fa e quelli di chi la produce, come spesso accade nel mercato musicale, notiamo un’esaltazione costante della capacità espressiva di questo genere, nonché una vera e propria rappresentazione di quello che è lo scenario italiano, con i club, il pregiudizio verso un certo tipo di musica e di artisti. Non meno importante è la presenza di rapper famosi nel nostro Paese, come Fedez, Briga o J-Ax che compaiono nel film, o Rancore e Baby Key, che erano anche presenti alla conferenza stampa, ed altri ancora. Lo stesso protagonista, Alex, o Zeta qual è il suo nome d’arte, nella realtà è un artista (Diego Germini, alias IZI) che ha vissuto in prima persona un po’ il percorso del suo personaggio.
Attori protagonisti tutti giovanissimi, tra l’altro, (Diego Germini, 20 anni; Jacopo Olmi Antinori, classe 1997), che hanno avuto così l’opportunità di conoscere, e di farci conoscere, qualcosa in più sul mondo.

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