In tempo di crisi bisogna affidarsi a qualche santo. Santo Remo è patrono delle campagne pubblicitarie che hanno successo o, almeno, che possono essere seguite da un bacino d’utenza amplissimo.
Le aziende che si affidano a Santo Remo lo fanno con oboli particolarmente generosi, sicuri di una sua intercessione.
Scherzi a parte Sanremo è un po’ come il Super Bowl americano, non solo per l’eccezionalità dell’evento ma anche per la cura degli spot presentati ogni anno, la maggior parte inediti al pubblico e con costi di messa in onda e produzione adeguati.
15 mila euro a secondo, secondo alcune stime ma, listini Sipra alla mano, si parla di una media di 190 mila euro a passaggio di un 30 secondi, nessuna telepromozione programmata e spot da 60 secondi.
Particolarità di quest’anno sembra essere la volontà, da parte delle agenzie, di puntare sull’effetto “familiarità”, con volti scelti tra quelli già noti al mondo del Festival della Canzone Italiana.
Anna Tatangelo, primo sanremo 11 anni fa e stranamente fuori gara quest’anno, appare in un commercial per Coconuda, con una canzone inedita, dance e qualche mossetta in stile Britney Spears. In complesso il risultato è piacevole. Il claim della campagna è, non a caso: “Tutto un altro stile”. A dire nuovo stile musicale per chi si immagina sempre come “neo-melodica” e nuovo stile per la linea di abbigliamento sponsorizzata.
Elio, dopo anni di assenza dal Festival (e un secondo posto che in verità era primo) dà la voce del pinguino Pino di Vodafone che
canta le qualità della nuova offerta tutto incluso esibendosi davanti ad un pubblico festate. I più maligni pensano che la performance pinguinesca dia un ‘vantaggio improprio’ a lui “e le storie Tese”, ma questo è tutto da dimostrare. E a me non dispiacerebbe.
Pippo Baudo è il volto dello spot per la Fondazione Mike Bongiorno. La onlus, fortemente voluta dal conduttore e dalla sua famiglia nel 30 secondi in onda da ieri lancia la raccolta fondi via SMS per aiutare ragazzi e anziani in difficoltà in Italia. Raffaella Carrà e Riccardo Cocciante (le cui ospitate all’Ariston non si contano più) sono invece i testimonial del talent The Voice, in arrivo su Rai2 con loro stessi in giuria.
Chiudiamo con Valeria Mazza, celebre “valletta bionda” del 1996 che, con un po’ di rammarico, ricorda “non ho più vent’anni” e sponsorizza in questo modo le creme Clinians, ribadendo ancora una volta con forza e accento latino “la mia clinica dè la velèza”.
Tanti spot con altrettanti testimonial vintage. A ricordarci gli anni in cui Festival era della Canzone Italiana e non altro, a ricordarci gli anni in cui non c’era la crisi. Viva Sanremo!
Penso che la musica inM Italia sia nella crisi più totale. Nella maggior parte delle canzoni del festival non c’e8 una melodia, le parole sono messe vicine per assonanza e men che meno esiste un significato.(Sare0 che sono abituata male trascorrendo le mie intere giornate ascoltando e riascoltando i dischi di Battisti :|) In una canzone ci deve essere un messaggio e devono essere trasmesse emozioni attraverso le note e la poesia non ho trovato nulla di tutto cif2 purtroppo, fatta eccezione per Daniele Silvestri, l’unico che ha toccato una tematica profonda e che porta a riflettere con le sue idee originali (come quasi sempre).