Il servizio streaming musicale arriva nel nostro paese, dopo aver “conquistato” negli ultimi mesi Austria, Irlanda, Islanda, Lettonia, Lituania e Messico.
Con un catalogo di 18 milioni di brani (gratis per sei mesi, 14 giorni per il mobile), proprio come Spotify il portale/app permette di condividere i propri ascolti sui “social”. L’accesso al database Web costa 4,99 euro/mese, mentre l’abbonamento comprensivo di accesso mobile arriva a 9,99 euro.
Il servizio streaming è stato ideato dalle stesse menti dietro al progetto Skype (Janus Friis e Niklas Zennström) e si propone non solo per ascoltare la musica preferita on-demand ma anche per, come dichiarato dall’ AD Drew Larner, “scoprire musica, e migliorare tale esperienza di scoperta per far emergere artisti e canzoni amate dai nostri utenti”.
Rdio non è una radio, ma potrebbe diventare, alla lunga, un competitor per l’fm, le webradio e chi entrerà ancora in questo mercato. Non è un caso che a Rdio manchi la lettera “a”, a mio avviso, la a di animazione in diretta. Riusciremo ad abituarci ad un nuovo jukebox a monetine web?