Cosa succede se per 48 ore un generico utente Facebook decide di cliccare “Like” a qualsiasi contenuto che appare sulla sua Home? Cosa succede se questo utente generico si chiama Mat Honan? Semplice: si sviluppa per me un caso di studio, la conclusione sarà che l’algoritmo che vige silente nell’ombra di Facebook è diventato il nuovo Gatekeeper della comunicazione digitale.
Mat Honan, redattore di Wired, ha deciso di sperimentare l’EdgeRank di Facebook, cliccando “Like” su qualsiasi contenuto gli fosse capitato sotto il mouse, anche quelli che non avrebbe mai “Likeato”. Tutto questo senza sosta e senza logica per 48 ore “di più – afferma – non ce l’avrei fatta!“.
Oggi un “Like”, una condivisione, un commento, un preferito (in termini di Twitter) o un +1 (in termini di G+) possono considerarsi le nuove metriche del successo: (non solo in termini di accrescimento del proprio ego!) gli algoritmi alla base degli Advertising filtrano i nostri contenuti in base a quanti “Like”, commenti e condivisioni hanno.
Non crediate che ciò che appare nella vostra Home page di Facebook sia effettivamente ed esclusivamente ciò che pubblicano, in ordine cronologico, i vostri amici. Facebook utilizza degli algoritmi ben precisi e ben studiati per decidere cosa deve e non deve apparire sulla nostra Home, in poche parole: Facebook decide i contenuti da darvi in pasto, che con un’elevata probabilità diventeranno presto vostro oggetto d’attenzione.
Ma entriamo nel dettaglio. Mat ha iniziato a “Likeare” tutti i contenuti dei suoi amici, precedentemente “Likeati” da altri, fino a cliccare “Like” su post contenenti video che a cui non avrebbe mai voluto dare visibilità. Nel momento in cui è stato cliccato “Like” su un determinato articolo, Facebook ha iniziato a suggerire altri articoli simili per argomento e parole chiave.
Con il passare del tempo, all’aumentare dei “Like” espressi da Mat, sono aumentati i suggerimenti da parte di Facebook, fino a diventare un reale problema per la loro ingente abbondanza. Proseguendo con il suo esperimento, Mat ha donato un pollice a uno stato re-postato dal profilo di Joe Kennedy, alla pagina di Hootsuite, al New York Times, ad Amazon, a Kohl’s e così via per 2 giorni consecutivi, fatta eccezione per un unico stato che riguardava la morte di un familiare di un suo caro amico.
Ora vi domanderete, perché perdere 48 ore in questo modo? Quale è stato il risultato?
Alla prima domanda, in quanto appassionata delle pratiche di Social Networking e di Digital Communication, vi dico che per noi geek 2.0 la curiosità è all’ordine del giorno, soprattutto quando si tratta di realtà come i Social Network Sites in continuo, progressivo e massiccio sviluppo.
Quale è stato invece il risultato? Nel “News Feed” dell’account di Mat Honan non erano più presenti post e contenuti condivisi da una “persona fisica”, si trattava solo di Advertising di articoli, news, prodotti, agenzie, società, attività politiche e quant’altro, come se Mat avesse realmente interagito con questi da sempre, e questo logicamente veniva riportato ai suoi amici, che hanno registrato oltre il 70% delle loro News Feed provenienti dal contatto di Mat Honan.
Vi lascio riflettere su questo esperimento prima di tornare a parlarvi nel prossimo appuntamento di come funziona l’EdgeRank di Facebook e come influisce realmente e spaventosamente nelle nostre vite giorno per giorno, post dopo post.