Abbiamo letto un articolo di Anne Marie Lipinsky, della Fondazione Nieman che sul blog NiemanLab racconta la presenza, in costante diminuzione, delle donne in ruoli di rilievo nel campo della comunicazione.Anne
Marie Lipinsky, ex direttrore del Chicago Tribune, rracconta in particolare alcune sue esperienze professionali in un lungo memoriale che cercheremo di riassumere in italiano. Qui l’articolo in lingua orginale
“Il pranzo per i tirocinanti estivi si tenne al club maschile del “Redattore snob”… presi posto vicino alla donna … Si chiamava Sheyla Wolfe. Un gentiluomo si chinò su entrambe, e ci sussurrò se ci saremmo potute gentilmente ri-allocare dal centro del tavolo all’estremo limite, in modo che i membri del club potessero essere esposti allo sguardo delle donne…
“Stiamo sufficientemente bene qui, grazie”, disse Wolfe. L’uomo cominciò a formulare di nuovo la sua richiesta, … “Ho detto che noi due siamo sedute qui”. Non ebbe a parlarne più.
I direttori delle varie testate arrivarono, il pranzo venne servito e gli interni del Chicago Tribunes udirono possenti parole dai più potenti uomini della carta stampata.
Venni a sapere che la granitica Wolfe aveva tempo addietro fatto notizia quando, come reporter, le era stato negato l’accesso, attraverso la porta principale, a un club riservato agli uomini dove si era recata per scrivere di un funzionario governativo. Venne reindirizzata verso un’entrata secondaria, separata: portò egualmente a termine il proprio compito, ma poi, pubblicamente, denunciò la cosa, definendo quella “l’entrata degli appestati”.
L’esperienza di una tale, palese, sfacciata discriminazione non è, eufemisticamente ed esattamente, una pietra miliare da lasciare alle nostre figlie: e gratitudine e vergogna procedono di pari passo, profonde, per le umiliazioni che tante, tra noi, hanno sopportato per consentirci di giungere dove siamo.
Ho udito dire dalla bocca di una dirigente televisiva del come ci fossero più opportunità per le donne, nella sua rete TV, nel periodo iniziale della sua ascesa professionale, 25 anni orsono, in cui si era passati da posti di prestigio saldamente in mano a donne che ora, però, erano esclusivamente in mano maschile;
Melanie Sill, la quale ha prestato servizio come redattrice in due testate giornalistiche ed è ora vice presidente di una stazione radio pubblica, ha dato alla Griffin una desolante valutazione: “Noi, come industria e, temo, forse come società, stiamo scivolando all’ indietro, in un brutto mondo in cui le donne non hanno le medesime opportunità degli uomini e non esercitano la stessa influenza’’.
Sono stata la prima donna a divenire direttrice del Tribune.
Circa vent’ anni prima, ad un pranzo per stagisti estivi, avevo osservato la donna che mi aveva assunta mantenere pervicacemente il proprio posto al tavolo, come se da questo dipendesse il nostro futuro.