Pubblicità: Sicilia maglia nera per il crollo di Comunicazione

sicilia_lavoro_comunicazionAll’ultimo convegno dedicato al mercato pubblicitario dell’isola organizzato da Confindustria Sicilia e Confindustria Palermo sono stati elencati i motivi per i quali le aziende tendono a non investire più sulla promozione.

Il volume di affari del settore pubblicitario siciliano ammonta ad oggi a 121,4 milioni di euro, pari all’uno per cento del fatturato nazionale. Dal 2009 a oggi la contrazione degli investimenti in tal senso è stata del 44%, con una flessione di circa il 10% nel solo 2012.

Tra il 2009 e il secondo trimestre del 2014 il mercato pubblicitario siciliano ha subito un calo di lavoratori pari al 5,2% con quasi 1.350 addetti che risutano, in percentuale, diminiuti di più rispetto alla media delle altre regioni.

Secondo il rapporto dell‘Istituto Tagliacarne il tessuto produttivo siciliano è composto in prevalenza da ditte individuali, è quindi comprensibile una contrazione degli investimenti data la grandezza delle attività in oggetto, mentre un altro dato interessante riguarda i modus operandi scelti da chi comunica in Sicilia.

Sull’isola le affissioni esterne rappresentano il primo vettore di comunicazione per imprese, pubblica amministrazione e altre organizzazioni, con il 38,8% del totale della spesa (circa 60 milioni di euro), seguite dalla stampa (23,7% per oltre 36,6 milioni) e dalla radio (15,9% per 24,5 milioni), Internet catalizza il 9% (quasi 14 milioni) e supera la televisione che totalizza appena il 7,3% (11,3 milioni) e chiude ultima mentre nel resto del Paese il piccolo schermo raccoglie la maggior quota di spesa pubblicitaria.

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