In Italia sono a rischio 80 testate e 3000 Giornalisti

Studenti in scienze della Comunicazione e GiornalismoL’allarme arriva dalla Federazione nazionale della Stampa e dal suo Segretario Generale Franco Siddi “Il problema si abbatte soprattutto sui media tradizionali – si legge sul notiziario Chartabianca – sui giornali in cooperativa e di partito. E’ in crisi il modello di business che per i giornali era imperniato sulla pubblicità. I media sono fagocitati dalla tv e dai grandi aggregatori di rete come Google. La rete è diventata un luogo di partecipazione, un centro di consumo di notizie che ha messo in crisi la vendita dei giornali”.

Secondo lo studio sarebbero 80 le testate giornalistiche a rischio chiusura per un totale di 3000 posti di lavoro, nei ultimi 5 anni sono oltre 1.000 i giornalisti hanno perso l’occupazione anche a causa del crollo della vendita dei quotidiani (-22%) in tre anni, nel mercato la tv rimane il primo player dove si continua a investire, condannando la carta stampata a piani di ristrotturazione o chiusura come successo tra gli altri a L’Unità o La Padania di cui abbiamo parlato in questi giorni.

Nell’articolo che riportiamo Siddi scrive “… ci troviamo a dover fare i conti anche con una riduzione del fondo per l’editoria garantito dallo Stato. Se sette anni fa potevamo disporre di 220 milioni di euro, l’anno scorso le risorse si sono assottigliate sino a raggiungere gli 80, ulteriormente ridotti a 56 milioni nel 2014 per l’anno prossimo le previsioni indicano il livello di guardia di 27 milioni”.

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