I “nativi digitali” salveranno l’impresa italiana

giovaniI dati che stiamo per commentare arrivano da Unioncamere e sono la testimonianza che è in atto un vero e proprio ricambio generazionale di chi investe sul futuro.

I nativi digitali stanno colonizzando il mondo dell’impresa, più del 41% delle nuove imprese nate nei primi sei mesi del 2014 si deve infatti ai coetanei di Zuckerberg, l’ideatore di Facebook.

Ma, come mostra l’indagine realizzata dal Centro studi di Unioncamere e diffusa in occasione di Job&Orienta, il Salone nazionale sull’orientamento, scuola, formazione e lavoro, non basta avere meno di 35 anni per essere innovativi. Tra i giovani capitani d’azienda, infatti, i veri “smanettoni” si incontrano tra i laureati, che si rivelano assai più propensi degli altri all’utilizzo dei social network e all’offerta di servizi on line, tra i quali anche l’e-commerce.

“In una fase in cui trovare un lavoro dipendente è difficile, il mettersi in proprio rappresenta sempre più una alternativa seria per tanti giovani che hanno competenze e idee innovative”, commenta il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Lo sanno bene gli 87 Sportelli per l’imprenditorialità giovanile delle Camere di commercio italiane che, da maggio ad oggi, hanno accolto le richieste e fornito informazioni ed assistenza ad oltre 5.300 ragazzi. Occorre però che questo orientamento all’impresa parta dai banchi di scuola, per far capire ai giovani le opportunità offerte dal mettersi in proprio e per orientarli all’innovazione e alle nuove tecnologie. Una sensibilità che nei ragazzi comunque sta crescendo, come ci dimostra l’esperienza di un progetto, condotto dal sistema camerale insieme a Google, che a inizio anno ha portato alla creazione di due start up digitali da parte di 2 dei 20 giovani formati per affiancare le imprese dei distretti nei loro percorsi di digitalizzazione”.

mediaCommenti