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deeprIn un momento in cui i fondi statali a sostegno dell’editoria sono sempre più lontani da essere riconfermati (e ci sono anche testate come Il Fatto Quotidiano che non ricevono alcun finanziamento) si cerca di trovare l’alternativa ad un’informazione legata a sostentamento di Stato ma che proponga un modello di business abbordabile.

Così come l’informazione web nasce dal basso anche le fonti finanziarie dovrebbero partire dallo stesso verso; e proprio per questo la via sembra essere quella del crowdfunding, il reperimento delle risorse economiche dai privati cittadini, che lascia fuori i grandi finanziatori.

Dopo i casi di L’Unità, Europa, La Padania sembra che il nuovo modo per reperire liquidità al fine di realizzare un’inchiesta o un reportage sia cercare finanziatori sul web. Un esempio ne è Deepr, la piattaforma di crowdfunding creata a Berlino a gennaio scorso che che si propone come “una risposta al tramonto del giornalismo di carta, al flusso interminabile di notizie e alla qualità in declino del giornalismo online”.

In un’intervista al European Journalism Observatory il fondatore, Armin Eichhorn, ha dichiarato “Non essere giornalisti è un punto di forza per noi, perché ci permette di riflettere sulle cose dal punto di vista del lettore”.

Ecco come funziona: un singolo utente propone un articolo, con scadenza per la raccolta fondi e l’obiettivo finanziario per realizzare il progetto (si tratta spesso di 300 euro a pezzo). Gli utenti sostenitori possono partecipare anche solo con un euro. Se il target finanziario non viene raggiunto i soldi tornano indietro ai finanziatori, diversamente il progetto viene approvato e realizzato, anche con l’apporto dei lettori che possono suggerire video, foto, impaginazione.

Quando l’inchiesta o il reportage sono pronti vengono inviati a tutti i finanziatori, mentre i lettori “standard” possono acquistare la lettura a un euro. Tra le proposte in cerca di fondi troviamo ad oggi il racconto di un uomo afflitto dalla sindrome di Tourette che prova a curarsi con l’ipnosi.

Il progetto ha da poco aperto una sezione in inglese. Ecco il link per visitare Deepr http://godeepr.com/en/

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Di mediaComunicazione

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