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E’ scoppiata in questi giorni l’iniziativa lanciata da Elton John, che promuove il boicottaggio del marchio Dolce&Gabbana dopo che uno dei due esponenti ha affermato di non apprezzare i “figli sintetici” nati in provetta sottolineando l’importanza della “famiglia tradizionale uomo-donna”. A sostegno della suddetta campagna c’è anche un hashtag che impazza su Twitter: #boycottdolcegabbana Il tema scottante: essendo molto attuale il tema delle adozioni da parte dei gay, il web non poteva mancare nella discussione di quanto è accaduto: si stima che gli utenti coinvolti siano 50,3 milioni (cifra ottenuta dalla somma dei followers che hanno twettato e retwettato, secondo un’analisi di Reputation Manager, istituto italiano che monitor la reputazione online dei brand e delle figure di rilievo pubblico.
E dato il rilievo che ha avuto la vicenda non sono mancati i VIP ch hanno contribuito al dibattito: Ricky Martin –padre di 2 gemelli – Ryan Murphy (regista e sceneggiatore), Sheryl Underwood (comica) e molti altri personaggi famosi che contano milioni di followers sui loro profili.
Questa vicenda è un’altra prova della efficienza dei social network, nella propagazione di notizie.
Effetto di questa campagna è che il direttore del magazine di Dolce&Gabbana, Swide.com, ha dato le dimissioni perchè le dichiarazioni dello stilista non erano compatibili con la sua coscienza.
Un paio di mutande 80 euro e li state boicottando solo adesso?
#BoycottDolceGabbana
— Nick Biussy (@NickBiussy) 16 Marzo 2015
È uguale se lo brucio domani?
Oggi ho tanto freddo.
#BoycottDolceGabbana pic.twitter.com/XmgENZzOLr
— Oscuro (@BuiOscuro) 17 Marzo 2015