Se dovessi riassumere The Avengers 2 con una frase sarebbe “l’uomo di pace crea macchine da guerra”, citazione che compare in diverse declinazioni nel film e riecheggia per tutta la durata della pellicola. Tutta la storia raccontata si sviluppa infatti a partire dall’ex vita di IronMan (Robert Downey Jr.: Tony Stark) armaiolo, che scatena odio nei suoi confronti da parte di due nuovi personaggi e che nel proseguo della storia vuole, per evitare di indossare nuovamente l’armatura rossa, creare un “salvatore-robot”, quell’Ultron che dà il nome alla vicenda e che si ribella al suo creatore.
Da un fenomeno mediale come il secondo capitolo dei vendicatori ci si aspettava tutto ciò oltrea al classico “un gruppo di eroi salva l’umanità” e così sembra essere, dato che volendo anticipare qualcosa (senza anticipare troppo) vedremo oltre alla kilata di effetti speciali tipici del genere anche altri elementi utili ad aumentare suspance e phatos. Nell’ordine
- Fiinalmente qualcuno tra i buoni che ci lascia le penne;
- Qualche eroe nuovo che si aggiunge al cast (così da lasciar liberi eventuali attori stanchi del ruolo e magari troppo-super-pagati);
- Qualche buono diventa cattivo, qualche cattivo torna sulla retta via;
- Qualcuno non ne vorrà sapere più di salvare il mondo e si ritirerà a vita privata (no, non è Tony Stark, anche se lo dice tutte le volte);
- Arriva anche qualche momento romantico in seno al gruppo di eroi, tra un’esplosione e l’altra;
Non volendo in alcun modo anticipare la fine (happy ending ve lo assicuro, comunque), capiremo dagli ultimi fotogrammi del film Avengers 3 sarà comunque profondamente diverso da quanto visto finora, a cominciare dalla composizione della squadra.