Il sogno più o meno segreto di molte persone che lavorano nel settore comunicazione è spesso quello di pubblicare un romanzo. Questo impulso irrefrenabile è a mio avviso da ricondurre al fatto che il buon comunicatore è abituato a giocare con le parole e dunque, scrivere un libro, ne è la fisiologica conseguenza, una necessità che prima o poi nella vita si arriva a provare. Questo è anche il mio caso e, essendo tra quelle persone che ce l’ha fatta, desidero condividere con chi ha questa stessa inclinazione il percorso che ha seguito il mio romanzo prima appunto di vedere la luce, sperando che ne possiate ricavare degli utili suggerimenti per capire innanzitutto se siete disposti ad affrontare il lungo e periglioso iter che vi aspetta. Il sogno è dei più nobili, ma le persone che incontrerete sulla vostra strada non sempre lo saranno, tanto che in alcuni momenti vorreste desistere. Non credete a chi dice “Oggi in Italia pubblica chiunque”: è vero, si pubblica molto di più di quanto non si legga e non si venda e ciò fa pensare che non ci sia dietro una reale selezione delle opere degne di nota; è vero che in tanti pubblicano, ma voi dovete puntare all’eccellenza, a essere pubblicati e non stampati, a trovare qualcuno che abbracci realmente il vostro progetto e questo non è da tutti.
Fase 1: Il romanzo c’è?
Avete scritto il vostro romanzo, è lì nel file sul desktop e vorreste già inviarlo alle case editrici. Ebbene, forse tra 6-8 mesi sarà davvero pronto. Se non lo ha mai letto nessuno a parte voi, il romanzo deve assolutamente ricevere l’editing, ovvero una revisione generale che, oltre a correggere il testo da errori grammaticali o sintattici, lo migliora, evidenziando le parti che fanno acqua e i punti che non sono chiari, tutti elementi che solo l’occhio esterno può rintracciare. Io mi sono rivolta a un professionista del settore che ha curato il mio romanzo, potenziandolo. Ovvio, si deve essere pronti a ricevere critiche e a rimettere mano al testo, ma questo passo è indispensabile per una buona riuscita dello stesso. Non vi consiglio di rivolgervi a parenti o amici: se è solo per un parere va bene, ma per interventi puntuali dovete rivolgervi a un professionista del settore che sia in grado di accostarsi alla vostra opera senza pregiudizi. In questa fase non abbiate paura di pagare il lavoro che verrà fatto sul vostro testo: la qualità si paga ed è meglio investire qualcosa sul miglioramento del testo (e quindi su se stessi) piuttosto che accontentarsi di un lavoro gratuito ma magari poco obiettivo o parziale. Inoltre ormai molti editori non dedicano più il tempo dovuto alla lavorazione testuale, per cui farlo voi per primi vi garantirà di non andare in stampa con un testo pieno di refusi e incongruenze, che non è mai un buon biglietto da visita per il futuro.
Fase 2: A chi lo mando?
La selezione delle case editrici a cui inviare il testo è di fondamentale importanza e vi farà risparmiare inutili invii. Se il vostro è un saggio, selezionate solo case editrici che trattano la saggistica; se è una silloge poetica solo chi tratta la poesia e così via, altrimenti sarete subito cestinati. Ambito di pertinenza a parte, selezionate anche in base al genere e alle collane, processo che richiede lo studio approfondito del catalogo di ogni editore per capire se ci si possa in qualche modo rientrare. Il cerchio già si stringe. A questo punto subentrano altri fattori: ad esempio se si tratti o meno di editori a pagamento, e questo di solito si può evincere già dal sito, dove talvolta sono scaricabili i fac-simile di contratto. Pubblicare a pagamento o tramite self-publishing è una scelta personale, per cui non entrerò in merito; l’unica cosa di cui mi raccomando è che tutto sia chiaro sin dall’inizio, per cui leggete sempre bene il contratto prima di firmarlo e assicuratevi che non ci sia alcuna richiesta di soldi né prima né dopo la stampa effettiva del libro qualora abbiate deciso di non pubblicare a pagamento. Attenetevi inoltre a tutte le regole di invio che il portale richiede, di solito ogni editore ha le sue (per esempio può richiedere l’intero file, o solo due capitoli in preview, solo la scheda ecc ecc) e non inviate il cartaceo a meno che non esplicitamente richiesto. In questa fase, se non si ha alcuna confidenza col mondo editoriale, ci si può affidare a un agente letterario che faccia un minimo di rappresentanza o che abbia un suo portfolio di case editrici fidate, ma generalmente anche questo servizio si paga.
Fase 3: Il libro c’è. Come si vende?
A questo punto, il vostro libro è stato selezionato, preferibilmente rilavorato dalla redazione editoriale che l’ha scelto, confezionato a livello grafico e stampato. Entra nei canali distributivi per essere venduto e anche le modalità distributive e promozionali devono essere ben specificate nel contratto. Diffidate da chi non dichiara da subito di posizionare il vostro romanzo sui principali canali distributivi on-line, potrebbe poi limitarsi a inviarvi uno scatolone di libri a casa e a quel punto venderli diventa un problema vostro. Non funziona così: ogni soggetto della filiera ha il suo ruolo e anche piccoli editori possono avere una buona distribuzione ed è quello a fare la differenza. Quindi canali on-line ma anche possibilità che il testo entri in libreria, poiché non tutti sono ancora capaci di effettuare pagamenti via internet. È ancora meglio se della vostra opera esistesse sia la versione cartacea che quella in e-book così da accontentare tutti. Per quanto riguarda la promozione del libro, ormai è affare diffuso che questa sia a carico dell’autore, in quanto specialmente le piccole realtà editoriali non sono dotate di un proprio ufficio stampa e dunque non hanno mezzi interni di promozione delle opere. Anche questo è bene però che sia specificato nel contratto per evitare sorprese e, se non lo fosse, chiedete esplicitamente, ormai la pubblicità è tutto e se l’editore non può finanziarla, meglio capire da subito se si sarà in grado di farsela da soli. È un’attività non semplice e che vi richiederà energie, ma può essere divertente. Muovetevi da prima che il libro esca a trovare siti, blog, testate giornalistiche e quant’altro possa garantirvi visibilità on-line, servitevi dei social, create gruppi Facebook, pagine autore, profili per il romanzo e quant’altro. Corredate a questo mondo di promozione virtuale anche un vostro tour reale di presentazioni del romanzo in caffè letterari, librerie, fiere, eventi artistici e qualsiasi cosa vi permetta di entrare in contatto col pubblico che non si deve limitare alla cerchia di amici e parenti; il punto di svolta è proprio vendere anche e soprattutto a chi non si conosce. E mi raccontando: non meravigliatevi se proprio qualche vostro amico o conoscente non acquisterà il vostro libro, nascondendosi dietro scuse paradossali, non c’è nulla di più facile perché molte persone dicono di leggere tanto solo per darsi un tono in società, poi al momento di spendere soldi per la cultura si fa tutto un altro discorso.
Insomma, come avrete capito, l’iter è duro e ricco di sorprese e di ostacoli, per questo la pubblicazione deve essere vista come un percorso di crescita personale e letteraria e l’attenzione dell’autore si deve concentrare proprio su questo viaggio e non sull’obiettivo spasmodico della pubblicazione a ogni costo. La fretta è, mai come in questo caso, cattiva consigliera.
Nome autore: Beatrix K
Titolo dell’opera: La leggenda degli Intarsicats
Genere: psico-fantasy
ISBN: 978-88-6951-030-4
Prezzo: 12.90
Numero Pagine: 156
Pubblicato: casa editrice arduino sacco editore
Link d’acquisto
http://www.arduinosacco.it/product.php?id_product=1244
http://www.ibs.it/code/9788869510304/beatrix-k/leggenda-degli-intarsicats.html