A sentirla raccontare sembra la trama di un film, ma è tragicamente vera. Si chiamava Vester Lee Flanagan, 41 anni, colui che in Virginia, Stati Uniti, alle 9.30 della mattina del 26 agosto ha ucciso in un centro commerciale della città di Moneta, la reporter Alison Parker di 24 anni mentre stava lavorando assieme al cameraman Adam Ward di 27 anni.
Il tutto si è svolto in diretta tv. Le vittime lavoravano per l’emittente WDBJ7, una affiliata della Cbs e l’assassino aveva lavorato assieme alle vittime per un anno.
In un documento che Vester Lee Flanagan ha inviato via fax all’Abc, l’assassino ha spiegato che ha fatto tutto questo per vendicare la strage di Charleston, lo scorso 17 giugno dove furono uccisi nove afroamericani.
Il momento in cui è stato aperto il fuoco contro le giovani vittime è stato ripreso dallo stesso killer col cellulare che l’uomo ha poi caricato sui principali social network: Facebook, Twitter e Youtube.
Una volta caduta a terra, la telecamera di Ward ha continuato a filmare e ha ripreso Flanagan nell’atto di sparare.
Flanagan si è ucciso sulla Virginia Interstate, una delle principali arterie stradali dello stato dopo essere scappato su una Ford Mustang del 2009 ed essere stato raggiunto dalla polizia. Il 27 agosto, I colleghi delle vittime hanno tenuto un minuto di silenzio nell’ora esatta in cui le due vittime avevano perso la vita e recitato una preghiera per loro, in diretta tv, vicino alla sede della WDBJ.
Ha fatto discutere la chiusura dei profili del killer dai principali social – con relativa cancellazione del video della strage caricato da lui stesso prima di uccidersi – perché questa scelta non farebbe accedere le persone a contenuti su fatti attuali. C’è da dire che chiunque voglia effettivamente vedere quel video, basta che faccia un percorso più lungo, all’interno del web e lo trova ugualmente.
In queste circostanze, il web funge da “cassa di risonanza” per coloro che cercano visibilità tramite questi atti violenti – in questo caso in particolare, la visibilità era già stata data anche dalla diretta tv – e cancellare ogni traccia della documentazione video di ciò che l’uomo ha fatto alle sue vittime è fare in modo che il suo messaggio non venga diffuso e il suo scopo non venga raggiunto, qualsiasi essi siano.
Se è giusta o sbagliata tale decisione è difficile dirlo, come in tutte le questione di etica.