Film postumo del regista di “Amore Tossico” Claudio Caligari, “Non essere cattivo”, dopo essere stato presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, arriva oggi nelle sale italiane.
Siamo ad Ostia nel 1995. Vittorio (Alessandro Borghi) e Cesare (Luca Marinelli) sono amici da sempre, anzi potremmo definirli fratelli. Insieme vivono una vita di eccessi e illegalità tra spaccio, furti, discoteche, alcool e droghe. Ma non l’hanno scelto loro; questo è l’unico modo per vivere e riuscire a portare a casa qualche soldo: Cesare ha una madre e una nipotina orfana e malata di AIDS da mantenere. Si legge, in entrambi i giovani cresciuti forse troppo in fretta, un’incredibile energia che sarà quella che li guiderà nelle loro azioni alla ricerca della propria rivalsa personale. Ma se sei nato nel posto sbagliato non è così facile aggrapparsi all’unico spiraglio di luce che ti si presenta davanti.
I due trascorrono la vita sempre insieme ma in fondo non sono così uguali; Vittorio, infatti, inizia a pensare al proprio futuro e l’incontro con Linda (Roberta Mattei) lo porterà a “mettere la testa a posto” e trovarsi un lavoro onesto. Il suo rapporto con Cesare quindi sarà più distaccato per proteggersi da quel mondo di dissolutezza del quale non vuole più far parte, ma l’amore per l’amico non finirà mai.
La città che ci racconta Caligari è la stessa Ostia di “Amore Tossico”, solo una decina d’anni dopo, quella borgata capitolina in cui i giovani vivono una vita troppo spesso senza speranze.
Dopo circa vent’anni di porte in faccia e progetti ostacolati, Caligari riporta la sua politica cinematografica e il suo racconto della società sul grande schermo e lo fa in modo ineccepibile. Questo, va detto, anche grazie all’aiuto dell’amico Valerio Mastrandrea che si è battuto per la realizzazione del film (addirittura scrivendo una lettera a Scorsese) e si è occupato della produzione.
La narrazione è drammatica ma non manca di un aspetto comico grazie alle situazioni grottesche che vengono rappresentate, il racconto è denso di emozioni, così carico che ti prende, ti scuote e ti colpisce come la vita colpisce i nostri protagonisti.
Il cast ha svolto il proprio lavoro in modo superlativo; intensi e coinvolgenti, Marinelli e Borghi su tutti hanno saputo mostrarci al meglio le follie, le disperazioni e le crisi e le piccole vittorie dei propri personaggi. L’avarizia nell’utilizzo della musica, poi, contribuisce al senso di realtà del film che ci lascia entrare nella scena e affezionarci e compatire chi la popola.
“Non essere cattivo” è la degna conclusione del lavoro scrupoloso e appassionato del regista iniziato nel 1983 con “Amore Tossico” e attraverso il quale ha raccontato quelle zone tanto care a Pasolini.
Caligari è scomparso poco dopo la fine delle riprese e non potrà godere del successo che sicuramente avrà il film ma noi lo ringraziamo per quel cinema vero che è riuscito a regalarci con le sue seppur pochissime (soltanto tre, ma questo di certo non per colpa sua) opere.