Sono partiti dal Canada ed in poco tempo hanno scalato le classifiche internazionali diventando il gruppo musicale indie più apprezzato al mondo tanto dalla critica quanto dal pubblico.
Sono gli Arcade Fire, pluri premiata band, che potrete vedere al cinema solo ed esclusivamente nelle giornate di mercoledì 14 e giovedì 15 ottobre con il lungometraggio The Reflektor Tapes.
La regia è di Kahlil Joseph regista di Los Angeles anche lui pluri premiato ed elogiato dalla critica, che nel 2013 ha vinto il Grand Jury al Sundance Film Festival nella categoria cortometraggi.
Una collaborazione su cui gli Arcade Fire si sono così espressi: “Ci sono immagini del “tour Reflektor” dove siamo stati davvero molto vicini a mettere in scena esattamente quello che immaginavamo nelle nostre teste. E siamo stati follemente fortunati perché avevamo accanto a noi Kahlil Joseph sin dall’inizio per documentare tutto questo”.
Se vi stiate chiedendo quali sono i motivi per scegliere di andare al cinema e vedere The Refleckor Tapes, vi rispondiamo così: vi siete mai domandati come nasce l’album di un gruppo che ha saputo imporsi sulla scena musicale internazionale guadagnandosi gli apprezzamenti di grandi nomi come David Bowie, Chris Martin e Bono? E quali sentimenti e sensazioni vivono gli artisti quando passano dal rifugio sicuro della sala incisioni ai live sui palchi di tutto il mondo? Quali sono le loro muse ispiratrici e come attraversano i vari passaggi creativi?
The Reflektor Tapes è la storia di una nascita, quella dell’omonimo album, e del successo di un disco che ha scalato le classifiche ottenendo il consenso della critica e del pubblico.
Il lavoro di Joseph ci accompagna, mano nella mano, lungo tutto il viaggio che la band compie partendo dalla fase di scrittura in Giamaica, passando poi alle registrazioni a Montreal, sino al concerto in un hotel haitiano la prima notte di Carnevale per poi giungere, infine, agli show coinvolgenti e strabilianti nella californiana Los Angeles e nella multietnica Londra.
Lo spettatore non può che restare intrappolato nelle maglie di un panorama sonoro ricco e variegato che risente di stili ed influenze diverse eppure capaci di amalgamarsi tra loro creando un ritmo polimorfo e raro, originale perché unico nel suo genere.
Le chitarre abbracciano la batteria, il basso corteggia il pianoforte, violino, viola, violoncelli si uniscono al contrabbasso, lo xilofono civetta con la tastiera, la fisarmonica accompagna l’arpa, il mandolino flirta con l’organo mentre la musica haitiana irrompe con un misto di grazia, forza ed allegria chiedendoci di seguirla lontano dalla sala cinematografica, dalla nostra quotidianità, sussurrando al nostro orecchio.
Tutto questo rivive sul grande schermo negli strepitosi concerti del Reflektor tour pensati per garantire una migliore definizione cinematografica ed un potente audio surrond.
Un’occasione irripetibile per i fan che avranno l’opportunità di conoscere le profondità della musica degli Arcade Fire anche grazie al sapiente lavoro del regista che ha ottenuto dalla band un accesso totale e senza precedenti alle loro giornate e ha saputo unire filmati personali inediti, interviste, testimonianze e momenti filmati dagli artisti stessi, in un modo che potremmo definire morbido, naturale, abbattendo qualsiasi tipo di forzatura per lasciare spazio alla spontaneità.
Arcade Fire: The Reflektor Tapes è distribuito in Italia da Nexo Digital in collaborazione col media partner Radio DEEJAY.
Siete ancora indecisi?
Allora leggete qui: la prima mondiale è stata ospitata al Toronto International Film Festival in occasione del 40° anniversario del TIFF al fianco di The Danish Girl, con Eddie Redmayne, e The Martian con Matt Damon e Jessica Chastain.
Ed inoltre, durante la visione del lungometraggio, si respira aria di avanguardia futurista.
Scomposizioni e ricomposizioni riportano alla mente l’idea di quel cinema che Filippo Marinetti affidò al Manifesto della Cinematografia Futurista del 1916, in cui la dinamicità trasformava il cinema in un vero e proprio mezzo di trasporto.
E noi, non vi abbiamo forse svelato che The Reflektor Tapes altro non è che un viaggio?
Allora non vi resta che provare per credere.
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