“Il 15 marzo del 1976 nasceva il Tg2. 40 anni di informazione libera e al servizio del pubblico. Una responsabilità che oggi sentiamo forte come allora. Da quattro decenni milioni di italiani ogni giorno si informano con noi. A loro il nostro ringraziamento con l’augurio che anche nei prossimi anni riconoscano nel nostro telegiornale un’informazione corretta, equilibrata e approfondita”.
Questi gli auguri di Marcello Masi, direttore del Tg2, per il quarantennale della testata da lui diretta. Un lungo percorso durante il quale il Telegiornale della Seconda Rete, nato in attuazione della legge di Riforma della Rai – varata dal Parlamento l’anno prima -, ha moltiplicato le sue edizioni distinguendosi per approfondimenti e innovazione, fino ad essere il primo Tg in Italia, sulle reti nazionali, ad andare in onda in HD.
Per l’occasione questa sera, martedì 15 marzo, la seconda parte dell’edizione delle 20.30 ripercorrerà quel lungo cammino attraverso storie e volti che sono ormai patrimonio di tutti. I servizi racconteranno le varie epoche che il primo telegiornale “laico” ha attraversato: da “Ring” di Aldo Falivena, a “Costume e società”, ad altre rubriche che hanno accompagnato il cambiamento di un Paese in evoluzione. Poi si ricorderà, attraverso personaggi come Gio’ Marrazzo, Italo Moretti, Emanuele Rocco, l’innovazione portata dal Tg2 nell’informazione televisiva degli anni ‘70 e parte degli ’80. E ancora, un pezzo mosaico su coloro che lo hanno reso popolare, dai primi conduttori come Piero Angela e Mario Pastore ai direttori che si sono susseguiti, a cominciare da Andrea Barbato, il primo a firmare quel nuovo telegiornale post riforma, fino alle immagini di Maria Grazia Capulli, una delle giornaliste più amate, scomparsa pochi mesi fa.
Sabato 19 marzo, poi, alle 23.45 sarà riproposto “Sciuscia’ 80”, un “Dossier” firmato da Giuseppe Gio’ Marrazzo, esempio di quella nuova informazione televisiva diventata poi un modello per il giornalismo di inchiesta. Racconta le storie dei tanti adolescenti della Napoli di allora che vivevano di piccoli espedienti e in mezzo alla strada, avendo tutti abbandonato la scuola molto presto. Uno spaccato di Napoli vista con gli occhi di uno dei maggiori narratori e cronisti della Televisione italiana. Un reportage e un modo di raccontare originale che ha fatto scuola. Il documentario sarà anticipato da una presentazione del direttore Marcello Masi.
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