Nel solo primo trimestre del 2017 sono già state segnalate più di 750mila casi di applicazioni pericolose perché considerate in grado di infettare i dispositivi con sistema operativo Android: si pensa che entro la fine dell’anno si raggiungeranno i 3,5 milioni di unità.
L’avvento delle app pericolose si ha già nel 2012 quando si sono scoperte 212mila, nel 2013 furono già quasi 1,2 milioni, fino ad arrivare all’anno scorso in cui si sono registrate 3,2 milioni. Il problema si è diffuso come una malattia a causa della personalizzazione effettuata dai produttori. Le applicazioni incriminate possono essere scaricate anche da Google Play, uno dei principali store per smartphone, ma anche da altri canali come ad esempio Aptoide o Android Games Room. Il problema ha conseguenze ancora più enormi se si considera che Android è presente, secondo dati Strategy Analytics, su quasi 9 smartphone su 10 in nel mondo; nelle applicazioni dannose per i nostri smartphone sono presenti in maggioranza cavalli di Troia ma anche HummingBad, Viking Horde. Di solito quando si installa sul proprio dispositivo un’app maligna, si riceve un messaggio di errore che avvisa del mancato dowload, in realtà l’applicazione è installata in background e permette il controllo del dispositivo: i virus hanno così accesso ai messaggi, al microfono e alla videocamera. Il metodo più efficace per difendersi da questi virus è quello di installare un’app di sicurezza che controlli sia i programmi che i contenuti sul proprio smartphone.