Fino a domani al cinema “Eric Clapton – Life in 12 Bars”

clapton“Life in 12 bars” è il documentario di Lili Fini Zanuck sulla vita del chitarrista “più nero tra i bianchi”: Eric Clapton, distribuito in sala da Lucky Red il 26, 27 e 28 febbraio.

Il racconto di una vita difficile, ma anche piena di successo, passione e riconoscimenti per il chitarrista blues tra i più famosi e influenti nel mondo.

Una vita tormentata e piena di musica, intrisa di blues, del suo blues suonato a tutti i costi, ricercato e mai tradito con altri generi o mode.

Un uomo particolare, inquieto non facile, per niente prevedibile.

135 minuti di immagini inedite accompagnate da voci narranti di amici, familiari e collaboratori e dello stesso Clapton che tessono le fila di questo racconto dall’infanzia a Ripley, ai primi successi nella stagione dei “supergruppi” con i The Yardbirds, Bluesbreakers, Cream e Blind Faith, fino alla tossicodipendenza e alla depressione.

L’abbandono dei gruppi dovuto anche ad una legame estremamente leale con la sua anima blues e mai commerciale: “pensavo che i Beatles fossero dei coglioni” dirà.

Una vita odiata e piena di ombre, di abbandoni, da quello della madre che farà da sottofondo a tutto il suo percorso. In uno dei suoi momenti più bui, quando muore il suo amico Jimi Hendrix, affermerà: “non ero sconvolto dalla sua morte ma dal fatto che non mi avesse portato con lui”.

L’amore non corrisposto per Pattie Boyd, moglie del suo amico George Harrison, che Clapton esprime tutto in una lettera indirizzata a lei piena di “scoppiante passione” e composta però con altrettanto ordine e criterio. Dalla loro folle relazione nascerà l’album Layla and Other Assorted Love Songs del 1970. Il periodo di depressione e tossicodipendenza lo portarà ad una chiusura totale nella casa di Hurtwood per quattro anni, in seguito a passare concerti delirando ubriaco sul palco e a dischi che neanche lui vuole ricordare.

Infine l’ennesimo trauma, la morte tragica del figlio Conor nel 1991. Tornerà la musica a salvarlo. La sua musica con Tears in Heaven, dedicata al figlio perduto, che nel 1992 segnerà la rinascita umana e professionale.

Clapton è sopravvissuto a tutto dedicandosi completamente alla musica, al blues e facendo della sua evoluzione artistica e della sua carriera un’icona della storia della musica: l’unico vincitore di 18 Grammy Awards inserito ben tre volte nella “Rock and Roll Hall of Fame”.

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