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Il regista Krasinski fa sì che il silenzio in questa pellicola sia uno strumento più che eloquente: pochi dialoghi, ben condensati, e i suoni in crescendo portano la suspence fino alla fine.
Nel 2020 la Terra è stata invasa da mostruose creature aliene che attaccano qualsiasi cosa produca rumore.
Il risultato è un racconto tesissimo e allo stesso tempo condotto in uno scenario apocalittico.
Gli Abbott sono una delle poche famiglie sopravvissute alle creature aliene in cerca di umani dei quali cibarsi, così loro sono costretti a cercare briciole di esistenza alla ricerca di una piccola ed effimera normalità, nel silenzio più totale, pena la morte.
La dimensione sensoriale dentro cui si muove il film è estremamente straniante e porta inquietudine, sviluppando un racconto da brividi non convenzionale.
In A Quiet Place, attraverso l’assenza di sonoro, si assiste alla storia di una famiglia della quale poi ci si sente parte incosciamente, e con loro lo spettatore partecipa a questa rincorsa alla sopravvivenza, resa difficile anche dalla ricerca di una comunicazione diversa e forse più profonda.