Il 29 novembre 2018 arriva nelle sale italiane l’attesissimo film Bohemian Rhapsody che narra la leggendaria vita di Freddie Mercury e dei suoi Queen. Non è il classico film di Natale, ma è un regalo che vi consiglio di aggiungere alla vostra personale wishlist.
Rami Malek nei panni di Freddie Mercury
Prodotto da 20th Century Fox e Regency, Bohemian Rhapsody è stato diretto da Bryan Singer, l’affermato regista che ha messo in scena tantissimi personaggi dotati di superpoteri: ha firmato Superman Returns e vari capitoli della saga di X-Men.
Ma stavolta il compito era più difficile: mettere in scena uno straordinario ed iconico personaggio come Freddie Mercury, frontman di una delle band più apprezzate della storia della musica.
A vestire gli eccentrici, sbrilluccicanti ed ingombranti panni di Freddie è stato chiamato Rami Malek, noto al grande pubblico per il successo avuto con Mr. Robot.
L’attore è riuscito a rendere in maniera ineccepibile la complessità di una stella che brillava ancor prima di riuscire a concentrare su di sé i riflettori dell’industria musicale.
Luci ed ombre di un mito
Sarebbe stato facile narrare l’ascesa di uno dei migliori cantanti della storia, che ha costruito la sua fortuna con una straordinaria voce unita ad uno stile unico. Un personaggio carismatico e artisticamente dotato come Freddie è il soggetto ideale di cui cantare le gesta.
Ma la narrazione parte dai problemi di Farrokh Bulsara, un facchino dell’aeroporto londinese di Heathrow di origine parsi. Perché prima di cambiare nome, a cavallo degli anni ’60 e ’70, l’artista era un giovane con le problematiche familiari tipiche di chi proviene da una famiglia fin troppo tradizionale.
La storia racconta di come la sua voce e l’aura luminosa che lo circonda proiettino il performer, come lui ama definirsi, verso un successo che sembra il naturale punto di arrivo di un talento cristallino e unico.
Ma l’abilità degli sceneggiatori sta tutta nel rappresentare le fragilità di un personaggio che nonostante il successo finisce per trascorrere la sua esistenza in un progressivo isolamento e in una desolante solitudine.
Nonostante le luci della ribalta, gli outfit irripetibili e l’affetto dei fan, Freddie è un uomo solo.
Malek riesce ad interpretare magistralmente i conflitti di un artista che non riesce a fare ordine nella sua complessa vita personale e che finisce per allontanare tutti con i suoi eccessi.
Freddie vive una quotidianità fatta degli alti e bassi con Mary Austin e Jim Hutton; delle dinamiche della band che è una famiglia in cui trovare calore ma che spesso sta stretta all’istrionico performer; del difficile rapporto con la famiglia, che rinnega cambiando nome ma di cui comunque sente il bisogno.
La conclusione del racconto è storia nota: la reunion dei Queen e la storica esibizione durante il Live Aid nel 1985 consegnano Mercury e la sua band alla leggenda. La storia invece volge al termine con il progredire della malattia che lo porterà alla morte nel 1991.
Una pellicola emozionante e da non perdere
Ho avuto modo di assistere all’anteprima del film. La pellicola è in grado di emozionare a più riprese in quanto sembra di condividere il percorso dell’artista con la sua band, nella buona e nella cattiva sorte.
Avendolo visto in lingua originale vi consiglio, se possibile, di cercare delle sale che lo trasmettano in lingua inglese: ho notato una differenza sostanziale tra il doppiaggio (e la scelta delle scene) del trailer italiano e di quello originale che vi riporopongo qui. Buona visione!