#PrayForParis. Per la prima volta, la Tour Eiffel si spegne; si accendono gli animi e le telecamere. Dopo le matite di Charlie Hebdo, il mondo si stringe nuovamente intorno alla Francia, stavolta con una Tour Eiffel che diventa simbolo della pace.
A partire dalla sera di ieri, venerdì 14 novembre, infatti, la capitale francese è stata colpita da sei attacchi terroristici, che hanno disseminato orrore, paura e centinaia fra morti e feriti, a opera di un gruppo di terroristi dell’ISIS, stando alle dichiarazioni del Presidente francese Hollande.
Ancora una volta, Internet e i social diventano una culla di partecipazione e solidarietà, ma anche di moda, imitazione e desiderio del “like” facile; si riaprono i dibattiti sulla religione, sull’integrazione, temi caldi dell’agenda politica e che infiammano sempre gli animi. Oggi un po’ di più, perché oggi “siamo tutti francesi”, anche se da domani molti non saranno nemmeno Italiani… questa però è un’altra storia.
I media di tutto il mondo si sono subito interessati della vicenda, con servizi in diretta e aggiornamenti costanti; i titoli dei giornali più prestigiosi sottolineano con pathos le sfaccettature profonde di questo evento, parlando di “La guerra in piena Parigi” (Le Figaro), “mondo sotto shock” (Liberation), “stato di emergenza” (New York Times), “uccidere innocenti non è Islam” (Firstpost).
Tgcom24 fa emergere quel senso di amarezza che ci ha colti tutti, portandoci a pensare “era una serata come tante, e poi…”, aprendo un suo articolo con le dichiarazioni di un tifoso che era allo stadio:
Era un’amichevole, ma si respirava un’aria strana. Da lì a poco, a fendere quell’aria, una serie di spari ed esplosioni, urla e sgomento.
Anche Il fatto quotidiano assume una voce molto umana e riporta varie testimonianze. Come una folata di vento nel grano. Cadevano tutti: morti, feriti e vivi
Più deciso l’approccio di HuffingtonPost: “questa volta è la guerra”; più forte il titolo de Il Giornale, che apre con dirompenza il dibattito sulla religione (“Allah u akbar”: Parigi è sotto attacco”).
Questo titolo credo faccia vedere molto bene com’è facile cavalcare l’onda e rispondere all’odio con l’odio. senza contare la scarsa professionalità di chi ha scritto il pezzo onestamente.
Anche su Twitter non si parla d’altro: tutte le conversazioni ruotano intorno agli hashtag #PrayForParis, #Isis, #FranceUnderAttack.
Qualche Tweet che mi ha colpito:
“Abbiamo religioni a sufficienza per farci odiare, ma non a sufficienza per farci amare l’un l’altro.” #Parigi
— #PrayForParis (@UnoFRAtanti) 7 Gennaio 2015
Quando il potere dell’amore sarà più forte dell’amore per il potere, il mondo conoscerà la pace #prayforparis
— ¿oɥʍ ǝlǝpɐ (@SHEERANV0DKA) 13 Novembre 2015
Le città del mondo illuminate coi colori francesi. Da noi al massimo Renzi mette la marsigliese come suoneria. #PrayForParis #ISIS #Parigi
— Fran Altomare (@FranAltomare) 14 Novembre 2015
Stiamo zitti quando dovremmo parlare. E facciamo un casino assurdo quando invece dovremmo solo tacere. È la triste realtà. #PrayForParis
— Fè (@FE_DE53) 14 Novembre 2015
In tv le dirette fiume si sono consumate come da tradizione, quella di RaiUno e delle reti allnews. Su Canale5 il caos. Dopo l’ultima puntata de Il Segreto è partito un episodio di Una Vita troncata dopo 5 minuti al posto di un film che ha sostituito “SuperCinema”.
Certamente, saranno “solo parole”, quelle dei giornali come quelle degli utenti: sta a noi riempirle di significato, un significato vero che vada oltre i Trending Topic del momento. I TT fra qualche giorno cambieranno, ma temi come guerra, integrazione e politica non smetteranno certo di riguardarci.
Aggiornamento delle 19:40. Facebook attiva il tool per cambiare la propria immagine con un effetto “bandiera francese”. Ancora di più la questione rischia di diventare un’occasione di semplice omologazione, poiché non è l’espressione di un pensiero, come resta comunque un tweet o un post su fb, ma un gesto anonimo e impersonale.
Aggiornamento delle 20:50 – YouTube ha modificato il suo logo aggiungendo la bandiera francese.
Aggiornamento del 16 novembre – 14:00. Groupon ha cambiato il suo logo così.