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Avere tanti follower su Instagram significa avere un lavoro? Per certi versi sì, ma un’ampia fanbase non sempre fa rima con guadagno e anche quando succede potrebbe essere soltanto per un periodo limitato.
Diventare influencer è oggi uno dei sogni più ambiti da molti, soprattutto giovani, e una professione sempre più richiesta dalle aziende perché queste figure sono in grado di veicolare messaggi al proprio pubblico in maniera credibile e affidabile e influenzare in modo decisivo le abitudini di acquisto degli utenti.
Ma non si tratta di un’attività improvvisata: l’influencer individua un settore di riferimento, una passione, e cerca di costruire un‘audience sempre più ampia per trasformare la propria attività social in una vera e propria carriera. Studia attentamente una strategia e un piano di pubblicazione e condivisione dei contenuti, crea il contenuto (scatta foto, scrive articoli e didascalie alle foto, registra video e dirette live), programma il giorno e l’ora di pubblicazione e analizza i risultati ottenuti. Pur essendo un’attività priva di luogo fisso e orario – si può lavorare a qualsiasi ora da ogni parte del mondo senza avere una sede – è senza dubbio un lavoro che richiede conoscenze specifiche, tempo e impegno.
Puntare tutte le prospettive di carriera su Instagram, però, può essere rischioso perché il successo non è garantito: la retribuzione di un Instagram Influencer dipende, infatti, dal settore in cui opera e da precise metriche come i follower, il numero di post totali sponsorizzati e l’entità dell’engagement generato. Non basta avere 100mila follower ma bisognerebbe capire cosa questo numero rappresenta, se si tratta di utenti reali e in che modo si relazionano con i contenuti pubblicati. Tutti questi fattori generano attrazione da parte delle aziende e, di conseguenza, la possibilità di monetizzare un account.
La corsa ai follower e ai like è, dunque, il primo passo fondamentale per guadagnare da questa attività e perdere la propria fanbase all’improvviso è il peggior incubo per un influencer che, spesso, rischia di non sapersi reinventare in altri ruoli.
È di pochi mesi fa la notizia di una ragazza americana, Jessy Taylor, che dopo aver perso il suo profilo Instagram a causa delle segnalazioni di alcuni utenti è ricorsa a un video in lacrime su Youtube per lanciare un appello contro chi l’aveva segnalata. “Faccio tutti i soldi online, non sono nulla senza seguaci” esclama disperata nel tentativo di ottenere visibilità e riacquisire il profilo da oltre 100.000 followers che le aveva permesso di ottenere guadagni in veste di influencer.
Nel video divenuto virale con oltre 2 milioni di visualizzazioni la 21enne statunitense spiega di essersi spostata a Los Angeles “proprio per non essere una di quelle persone che lavora dalle 9 alle 5” e di non avere qualifiche professionali per avere un lavoro normale.
Nonostante i numerosi commenti critici alla giovane influencer, la disperata richiesta di aiuto ha prodotto i suoi frutti: Jessy Taylor ha riottenuto il profilo originale su Instagram totalizzando 131mila follower (instagram.com/jessytaylorduh) ed è tornata a guadagnare nell’unico modo che conosce.